Dopo aver frequentato le scuole ginnasiali nel Real Collegio di Catanzaro, il padre lo indirizzò agli studi giuridici presso l’Università di Napoli. Arrivò nella città partenopea nel 1842 ma qui, anziché progredire nelle materie forensi, scoprì il suo spirito artistico e l’amore per le arti figurative e seguì di nascosto le lezioni di pittura di un maestro partenopeo. Vincendo le resistenze del padre si iscrisse all’ Istituto di Belle Arti dedicandosi agli studi pittorici. La sua vita si svolse tra Cortale, Napoli, Caserta e Portici e, in questo suo peregrinare, emersero le inquietudini e la forza dell’ intellettuale, del pensatore, dell’ artista e dell’ uomo politico che gli hanno permesso di essere considerato una figura di primo piano sia nel complesso panorama dell’arte dell’ottocento sia nel lento ma costante processo risorgimentale che porterà all’unità d’Italia. L’essere stato incriminato nel 1848 dalla Corte borbonica di ” attentati contro la sicurezza dello Stato con arruolamento in banda armata per distruggere e cambiare il governo “, avere entusiasticamente abbracciato la spedizione garibaldina prendendo parte negli scontri dell’Angitola, di Maida e di Soveria Mannelli, l’aver seguito Garibaldi fino alla battaglia di Capua, avere ricoperto cariche di consigliere comunale e provinciale nonché di deputato indipendente nell’area dell’estrema sinistra, non gli impedirono di dar vita a Cortale ad una scuola di pittura, la “Società degli Artieri”, con l’intento di focalizzare l’interesse sulla cultura e sulle tradizioni calabresi e di affrancare i giovani dalla necessità di trasferirsi a Napoli per studiare, né di lasciare una ricchissima produzione, costellata di opere notevoli conservate in prestigiose collezioni private oltre che in numerosi musei italiani e d’Europa. 

Busto sito in Villa Margherita, Catanzaro